Social Distance, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 2023
SOCIAL DISTANCE di Julie Polidoro ripropone, ampliata, una precedente mostra dell’artista alla Galerie Valérie Delaunay di Parigi. Sono esposte quattordici tele tutte realizzate tra il 2021 e il 2022.
I dipinti appartengono tutti a un progetto che trae la sua origine dalle immagini trovate sul web, legate a due temi diversi.
Da una parte, i corpi dei migranti, che giacciono abbandonati sui pavimenti spogli dei cosiddetti centri di accoglienza. “Non-persone”, corpi senza nome e senza volto, ridotti allo statuto di oggetti e “parcheggiati”, come pacchi all’interno di una grande catena di distribuzione, in “ripari” provvisori.
Dall’altra, si trovano una serie di paesaggi, raffiguranti tempeste di sabbia incombenti, le quali non sono altro che effetti di quello che solitamente ed eufemisticamente viene chiamato “cambiamento climatico” e che, invece, più propriamente, dovrebbe chiamarsi “riscaldamento globale”.
Se le immagini del mondo restituite dal web sono “sature”, uniformi e servono unicamente a trasmettere e propagare le informazioni, quelle dipinte da Julie Polidoro sono “insature”, incomplete, instabili e generano contro-informazione, contro-narrazione, sono dei veri e propri atti di resistenza.
SOCIAL DISTANCE by Julie Polidoro is the expanded version of an earlier exhibition staged by the artist at Galerie Valérie Delaunay in Paris. Fourteen canvases, all made between 2021 and 2022, are on display.
The paintings all belong to a project that originates from images found on the web, linked to two different themes.
On the one hand, the bodies of migrants, lying abandoned on the bare floors of so-called reception centres. “Non-persons”, nameless and faceless bodies, reduced to the status of objects and “parked”, like parcels inside a large distribution chain, in temporary “shelters”.
On the other hand, a series of landscapes, depicting impending sandstorms, which are the effects of what is usually and euphemistically called “climate change” and which, instead, more properly, should be called “global warming”.
While the only purpose of the ‘saturated’ and uniformed images conveyed by the web is to transmit and propagate information, those painted by Julie Polidoro are ‘unsaturated’, incomplete, unstable and generate counter-information, counter-narration, they are true acts of resistance.